Descrizione
Il Convento della SS. Annunciata è una splendida struttura composta da più spazi. Tra gli ambienti attualmente visitabili spicca la chiesa, che ospita al suo interno l’Annunciazione del Romanino, un crocefisso ligneo del XV secolo scolpito da un artista della scuola di Donatello e un San Sebastiano secondo alcuni realizzato dal Mantegna. Ogni domenica qui si celebra l’Eucarestia.
Aperti al pubblico anche la sagrestia, il chiostro, le celle dei frati, il refettorio, una cappella interna e lo stupendo loggiato affacciato sui vigneti della Franciacorta e con vista panoramica sino agli Appennini.
Il convento dell’Annunciata sorge nel 1449 dalla richiesta di due frati di Brescia, Giuseppe Barisello e Giacomo Inverardi, che ottennero dal comune di Rovato e dal vescovo Pietro Monte, il permesso di poter costruire un convento sul monte Orfano, nel luogo dove anticamente sorgeva una cappella dedicata a S. Maria Annunciata.
Dal 1452 si costituì la prima comunità, composta da undici frati, e nel giro di alcuni decenni il convento crebbe in dimensioni e importanza: nel 1464 terminarono i lavori del chiostro e continuarono le celebrazioni delle principali feste dedicate alla Madonna, che fecero del convento un vero e proprio santuario mariano. Nel 1503 terminarono i lavori della chiesa e nel 1507, data della consacrazione, furono completati tutti gli altri locali.
Negli anni della costruzione e in quelli successivi non mancò mai l’appoggio della comunità civile, testimoniato dalla documentazione di numerosi lasciti di terre o denaro a beneficio del convento. Intorno al 1540 fu commissionato ad un grande artista bresciano, Girolamo Romanino, il grande affresco dell’ Annunciazione per il catino dell’abside.
Con la soppressione della congregazione dell’Osservanza nel 1570, il convento passò sotto la giurisdizione delle Provincia Veneta e vi rimase fino al 1772, anno della soppressione da parte della repubblica di Venezia.
Fino a tale data il convento assunse il ruolo fondamentale di centro formativo, per la cultura, la religione e il lavoro agricolo, ospitando, oltre alla comunità di circa quindici frati, importanti scrittori, matematici e ricercatori bresciani.
Dopo la soppressione, per circa tre secoli il convento non ospitò più alcuna comunità, fino all’opera tenace di mons. Zenucchini che nel 1960 consentì ai servi di Maria di riscattare il convento.
Chiostro convento
La struttura del convento è ancora quella originaria del 1449: vi si accede attraverso un loggetta in stile quattrocentesco, e si articola su due piani attorno a un chiostro di forma rettangolare. Le celle dei frati sono collegate al loggiato tramite delle porte posizionate sulla parete esterna dell’edificio.
La chiesa, che si trova sul lato settentrionale dell’intero complesso, ha l’accesso principale da un porticato quattrocentesco, che fu modificato nel Seicento.
All’interno presenta diversi affreschi raffiguranti l’Annunciazione e scene della storia dell’Ordine dei Servi di Maria. Nell’area compresa tra il presbiterio e l’abside si alternano opere artistiche di particolare rilevanza: l’ Annunciazione dipinta dal Romanino; un Crocefisso ligneo del XV secolo realizzato da un artista dalla scuola di Donatello e un San Sebastiano da alcuni attribuito al Mantegna. Nel sottarco della prima cappella, residuo gotico quattrocentesco, vi è poi la serie dei Cinque profeti minori attribuiti a Liberale da Verona.